In io nel blu

la mia laurea



Difficile per me far comprendere le sensazioni e le emozioni di quel giorno.

Ma partiamo dal giorno prima quando sono andata a ritirare le tesi in copisteria.
Vedere quel titolo stampato in oro su sfondo rosso, il mio titolo, con sotto il mio nome, mi ha fatto comprendere la vera importanza che per me aveva quel lavoro, che non era solo il lavoro di stesura della tesi, delle notti passate su excel e dei momenti di panico quando la Prof. ti dice che c'è qualcosa che non va ed il giorno dopo devi consegnare tutto, ma anche il lavoro di un anno e mezzo pessato in laboratorio, tra una sbronza e una laurea, giorni passati in quello studio, che in una ciminiera si respira di più.

Poi, quello stesso pomeriggio,  la Prof mi aveva fissato la prova del discorso, con lei e il mio correlatore.
Lei, sempre sorridente ma non le va mai bene niente, lui, uno dei "Professoroni" della faceoltà, uno dei pilastri del mio dipartimento: anzianotto, barba bianca, capelli bianchi, ray-ban avietor, sempre col la pipa o il sigaro in bocca. Ero abbastanza sicura di sapere il mio discorso, di essere pronta a qualsiasi domanda per il giorno della laurea perchè il mio lavoro lo conoscevo bene, ma lui, lui sì che mi faceva paura.
 Ma è andato tutto bene, anzi, sia lui che la Prof. sembravano felici del discorso che avevo proparato.
Sono uscita da quello studio carica, non vedevo l'ora che arrivassero i miei. Emozionata sì, ma per niente agitata.
E così è stato fino al momento della discussione.
Una volta davanti alla commissione, beh, il discorso che mi ero preparata si è volatilizzato, ma comunque sono riuscita a ripetere tutto, senza saltare nessuna parte e, credo, anche di essere stat abbastanza chiara.

Dopo il discorso la proclamazione e dopo la proclamazione quella frase del fotografo:
"Prego, venga di qua, DOTTORESSA"
Wow, mi sono resa conto in quel momento di come può cambiare la tua vita nel giro di 10 minuti. Sono entrata in quella stanza studentessa e ne sono uscita dottoressa,

sono diventata Biologa!

Dopo il book fotografico del fotografo che mi aveva preso per un modella e non la smetteva di far foto, siamo scesi giù e ho trovato le foto che mi sputtanavano a tutta Bologna.
Ok, magari a tutta Bologna no ma a tutti gli studenti di biologia e a tutti i passanti sì.
Vatti tu a fidare dell'onestà della gente quando mandi un selfie in condizioni pessime o quando prendi una sonora sbronza che nemmeno capisci cosa sia quella luce provenire dalla faccia del tuo amico.

Dopo di che, dopo un brindisi, forse due, forse tre, ho potuto dare sfogo alle mie doti da pasticciera.
No, non sono impazzita ma mi hanno vestita da pasticciera farcendomi farcire dei "buonissimi" bignè che poi ho dovuto vendere ai passanti.
Ho guadagnato ben 1,60 euro.. niente male, eh?
Considerando che li avevo fatti così per strada, che non avevano un aspetto totalmente invitante, e che, diciamocelo, "c'è crisi!", posso ritenermi soddisfatta, quindi, dovesse andarmi male con la biologia ho una carriera assicurata nella pasticcria!

Dopo festeggiamenti vari con faiglia, qualche amico e cibo, tanto cibo, ci siamo trasferiti in un locale  e lì ...

Ma non è stata colpa mia "mi facevano bere"!

Ho dovuto rispondere ad un serie di domande, anche qui con foto oscene annesse, e non che abbia fatto schifo al gioco, ma il gioco si è tramutato in "puoi rispondere ciò che vuoi tanto bevi ugualmente".

Grazie amici e Grazie Riky!!

Che dire.. il giorno dopo avevo a casa i miei genitori con tanta voglia di visitare la bella Bologna e la laurea del fratello di RIky a cui andare.. Non so come io abbia fatto ma... sono ancora qui tra di voi.










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